Il passeggero

Alice e Robert Western sono i figli di uno di coloro che collaborarono con Oppenheimer alla nascita della bomba atomica statunitense.
Lei è un precocissimo genio della matematica e al tempo stesso un’esperta di violini di liuteria. Ma è anche schizofrenica e spesso si trova a dialogare con interlocutori molto particolari (il principale dei quali è chiamato il Talidomide Kid). La ragazza si pone i quesiti fondamentali dell’esistenza ma non riesce a vivere in un mondo che non è pienamente matematizzabile e che non sembra poter sfuggire al destino di un “nulla infinito”, nonostante in esso rimanga una vaga coscienza di un Eden perduto.
Lui, dopo aver studiato fisica e passato un periodo in Europa come pilota di auto da corsa, lavora come sommozzatore di recupero e si trova improvvisamente coinvolto nella misteriosa sparizione di uno dei passeggeri di un jet privato affondato nel Golfo del Messico, non lontano dalla costa del Mississippi. La sua quindi è la storia di una fuga, contornata da oscuri eventi (furti, perquisizioni, accuse, morti) e da incontri notevoli.
I dialoghi di Bobby con i parenti, con i colleghi, con gli stravaganti ma sinceri amici John, Debussy e Borman, col detective Klein (come anche quelli di Alicia con il Kid) sono probabilmente la parte del romanzo che più rimane impressa. Si parla di tutto ciò che riguarda il mondo contemporaneo (Vietnam, transizioni di genere, meccanica quantistica, malattie mentali, morte dei Kennedy…) e se ne parla in un modo secco e densissimo.
La “fede inscalfibile nella bellezza” che il padre possedeva, nonostante tutto, sembra essersi trasmessa anche ai figli e causare la loro difficoltà (maggiore nella sorella) a vivere in una realtà che Dio pare aver abbandonato, ma di cui anche i personaggi più improbabili sentono l’eco.
Si tratta di una situazione apocalittica (siamo prossimi all’“offuscarsi del sole”) ma nella quale non vedere il miracoloso è una scelta, come ricorda uno degli interlocutori di Bobby. E lui viaggia da solo e leggero, cercando di schivare i guai e di mantenere un occhio sincero e non moralista sulla realtà. A modo suo, cercando di vederlo, il miracoloso nel reale. Addirittura di chiederlo. Saprà farlo fino alla fine?
Letto per voi da
Leonardo M. Eva